L’economia circolare è un concetto innovativo che sta guadagnando sempre più popolarità in Italia. In particolare, nel settore della pelletteria, un’industria di grande rilevanza per l’economia del paese, si stanno affrontando sfide riguardanti la gestione degli scarti di lavorazione della pelle. Questi scarti sono stati classificati come rifiuti pericolosi a causa del loro elevato contenuto di cromo, rendendo problematico il loro smaltimento in discarica. Nell’articolo di oggi, noi di Expoleathers vedremo come l’economia circolare possa offrire opportunità per il riuso e il riciclo degli scarti di pelle, contribuendo così a mitigare i problemi ambientali e promuovendo una gestione sostenibile dell’industria pellettiera.

Riepilogo dei contenuti

 

Economia circolare: il concetto

L’economia circolare è un concetto che sta guadagnando sempre più popolarità in tutto il mondo. Questo approccio si contrappone al tradizionale modello lineare dell’economia, che prevede l’estrazione delle materie prime, la produzione, l’uso e lo smaltimento dei prodotti. Invece, l’economia circolare mira a ridurre gli sprechi e a massimizzare il riutilizzo e il riciclo delle risorse.

Economia circolare, il tesoro del Made in Italy Mobili ricavati dal recupero dei pallet. Creme anti-age ottenute dagli acini dell’uva. Eco-tessuti realizzati dalle bucce di arancia. Bottiglie di plastica per detergenti ricaricabili. L’Economia circolare in Italia sta ottenendo successo ovunque, dall’industria all’agricoltura.

Solo nel settore del riciclo dei rifiuti, sia urbani che speciali, l’Italia può vantare più di 7mila piccoli impianti che generano occupazione e benessere, riducono gli sprechi e l’inquinamento, migliorano il benessere di intere comunità. E ciò consente di migliorare i nostri stili di vita. Questo è solo un piccolo pezzo del vasto universo dell’Economia circolare, dove per una volta l’Italia non è in fondo alla classifica rispetto agli altri paesi europei.

 

Economia circolare e scarti di pelle: opportunità per il riuso e il riciclo

L’importanza della pelletteria nell’economia italiana

La pelletteria italiana gode di un’ottima reputazione internazionale grazie ai marchi di alta qualità prodotti nel paese. Le esportazioni di prodotti in pelle sono una fonte significativa di reddito per l’Italia, con Firenze che ospita il 70% delle imprese toscane di lavorazione della pelle. Tuttavia, questo successo ha portato anche ad affrontare il problema degli scarti di lavorazione della pelle.

Gli scarti di lavorazione della pelle contengono elevate quantità di cromo, rendendoli rifiuti pericolosi e inidonei allo smaltimento in discarica. Con i termovalorizzatori già saturi di rifiuti urbani, non c’è sufficiente capacità per gestire tali scarti, costringendo l’industria a trasferirli in altre regioni o addirittura all’estero. Questo comporta costi elevati sia per lo smaltimento che per il trasporto dei rifiuti.

L’economia circolare è dunque una risposta sostenibile per affrontare il problema dei rifiuti di pelle nell’industria della pelletteria. Questo approccio di produzione e consumo mira a minimizzare gli scarti, favorendo il riutilizzo e il riciclo dei materiali esistenti. L’economia circolare si fonda su principi fondamentali, tra cui condivisione, ricondizionamento, prestito, riparazione, riutilizzo e riciclaggio di tutti i materiali e ogni prodotto. Questi principi consentono di prolungare la vita utile dei prodotti, riducendo la necessità di nuove materie prime e la quantità di rifiuti prodotti.

Economia circolare e scarti di pelle: opportunità per il riuso e il riciclo

Benefici dell’economia circolare 

Riduzione delle emissioni nocive nell’ambiente

Uno dei principali vantaggi dell’economia circolare è la significativa riduzione delle emissioni nocive nell’ambiente. Riducendo la dipendenza dalle materie prime vergini, si diminuisce la necessità di estrarre e trasformare risorse, il che porta a una minore produzione di CO2 e altre sostanze inquinanti.

Maggiore disponibilità di materie prime

Adottando un modello circolare, si promuove il riutilizzo e il riciclo delle risorse, permettendo una maggiore disponibilità di materie prime. Ciò riduce la pressione sull’estrazione di nuove risorse naturali e può contribuire a una gestione più sostenibile delle risorse a lungo termine.

Diminuzione di materiali di scarto

Nell’economia circolare, il concetto di “scarto” è ridimensionato. Gli oggetti e i materiali che verrebbero altrimenti considerati rifiuti possono essere recuperati, riparati e rimessi in circolazione, riducendo l’accumulo di rifiuti e la necessità di discariche.

Aumento della competitività nel mercato

Le aziende che adottano modelli di business circolari possono guadagnare un vantaggio competitivo nel mercato. I consumatori sono sempre più attenti all’impatto ambientale dei prodotti che acquistano, e le aziende che dimostrano di operare in modo sostenibile possono attrarre e fidelizzare una clientela più ampia.

Economia circolare e scarti di pelle: opportunità per il riuso e il riciclo

Vantaggi dell’economia circolare nell’industria della pelletteria

L’adozione dell’economia circolare nell’industria della pelletteria può portare a diversi vantaggi, tra cui:

Riduzione dei rifiuti

Con l’economia circolare, gli scarti di lavorazione della pelle possono essere reintrodotti nel ciclo produttivo, riducendo la quantità complessiva di rifiuti generati dall’industria.

Riduzione dei costi

Il riuso e il riciclo degli scarti di pelle possono aiutare a ridurre i costi di smaltimento e trasporto, contribuendo a migliorare la sostenibilità economica delle aziende pellettieri.

Miglioramento dell’immagine aziendale

L’adozione di pratiche sostenibili, come l’economia circolare, può migliorare l’immagine aziendale, attirando consumatori attenti all’ambiente e all’etica.

Economia circolare e scarti di pelle: opportunità per il riuso e il riciclo

Che cos’è l’economia circolare?

L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che abbraccia la condivisione, il prestito, il riutilizzo, la riparazione, il ricondizionamento e il riciclo dei materiali e dei prodotti esistenti il più a lungo possibile. Questo si traduce in un ciclo di vita prolungato per i prodotti, contribuendo a ridurre al minimo i rifiuti. Quando un prodotto ha esaurito la sua funzione, il materiale da cui è composto viene  riportato nel ciclo produttivo, laddove possibile, attraverso il riciclo, generando ulteriore valore.

I principi dell’economia circolare sono in netto contrasto con il tradizionale modello economico lineare, basato sul classico approccio “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”. Questo modello lineare dipende dalla disponibilità di grandi quantità di materiali ed energia facilmente reperibili a basso costo.

Il Parlamento europeo sta sostenendo misure contro l’obsolescenza programmata dei prodotti, una strategia propria del modello economico lineare. Per comprendere l’essenza di questo nuovo tipo di economia, è necessario cambiare il modo di pensare riguardo all’esistenza di un prodotto o di un capo di abbigliamento nel caso della moda. L’economia circolare ha il vantaggio significativo di rigenerarsi da sola. I materiali utilizzati per realizzare questo obiettivo possono essere distinti in due tipi:

  • Materiali biologici: che possono essere reintrodotti nella biosfera.
  • Materiali tecnici: destinati al riutilizzo e alla valorizzazione, ma senza rientrare nella biosfera.

Bisogna adottare un approccio circolare. Un cerchio che non ammette vie di uscita. Il capo che vi entra finirà per cambiare forma e stato di esistenza, ma vi resterà intrappolato per sempre. Questa è la soluzione migliore che abbiamo per contrastare la devastante fine del nostro pianeta.

 

 

Economia circolare e scarti di pelle: opportunità per il riuso e il riciclo

Cos’è la moda circolare?

La moda circolare è un settore che si basa sui principi dell’economia circolare. Si concentra sulla creazione di abbigliamento e accessori che possono essere riprodotti da soli senza danneggiare le risorse del pianeta. Questo concetto richiede un cambiamento nella mentalità del consumatore riguardo alla durata di vita di un capo di abbigliamento.

Tipi di materiali utilizzati nella moda circolare

Nella moda circolare, vengono utilizzati principalmente due tipi di materiali:

  • Materiali naturali: Questi materiali possono essere reintrodotti nella biosfera senza causare danni all’ambiente. Un esempio di materiale naturale è il cotone, che può essere coltivato e riciclato in modo sostenibile.
  • Materiali tecnici: Questi materiali richiedono processi di riciclo per essere riutilizzati. Un esempio è il poliestere, una fibra sintetica derivata da fonti non rinnovabili. Tuttavia, nel contesto della moda circolare, il poliestere può essere riciclato e utilizzato nuovamente per creare nuovi capi.

L’inquinamento del settore moda

Il settore della moda è notoriamente inquinante. Produce circa il 10% delle emissioni globali di anidride carbonica e contribuisce in modo significativo all’inquinamento plastico dei mari e degli oceani.

L’impatto del fast fashion

Il termine “fast fashion” si riferisce a un modello di produzione che produce capi in grande quantità a bassi prezzi. Questo approccio sfrutta lavoratori sottopagati e utilizza materiali di bassa qualità, come il poliestere, che contribuisce alla produzione di micro-plastiche che inquinano gli ambienti acquatici.

Economia circolare e scarti di pelle: opportunità per il riuso e il riciclo

Scarti di pelle

Se consideriamo il presupposto fondante di questa particolare industria, esso trae origine da un concetto di natura circolare, ovvero il riutilizzo di un sottoprodotto proveniente dalla filiera alimentare. Tuttavia, il settore conciario non può esimersi da problematiche legate all’inquinamento ambientale e agli sprechi di risorse. L’industria conciaria ha intrapreso una fase di innovazione, affrontando le principali preoccupazioni ambientali che la riguardano, come la riduzione del consumo idrico, il miglioramento del trattamento delle acque reflue, il recupero dei rifiuti solidi e la riduzione dell’uso di alcune sostanze chimiche. Tuttavia, i metodi di smaltimento tradizionali degli scarti di lavorazione, come lo smaltimento in discarica, l’incenerimento termico e la digestione anaerobica, continuano a produrre effetti indesiderati rilevanti.

In modo specifico, possiamo individuare quattro categorie di scarti generati dalla filiera produttiva della pelle:

  • i reflui, che rappresentano i liquidi derivati dalla produzione in bottale e dal lavaggio;
  • le emissioni;
  • i solidi prodotti durante le operazioni meccaniche;
  • gli scarti di pelle finita.

Abbracciare l’approccio di un’economia circolare significa non solo gestire le risorse in maniera più efficiente e ridurre gli sprechi durante i processi di lavorazione, ma anche evitare che ciò che ancora possiede intrinsecamente una qualche utilità venga smaltito in discarica. Piuttosto, dovrebbe essere recuperato e reintegrato nel sistema produttivo ed economico. Per tale motivo, diventa fondamentale la creazione di sistemi inter-filiera, in cui gli scarti possano diventare di nuovo materie prime.

Economia circolare e scarti di pelle: opportunità per il riuso e il riciclo

 

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